giovedì 10 febbraio 2011

Riscaldamento degli edifici e inquinamento atmosferico


Migliorando la protezione termica degli edifici, è possibile ridurre l'emissione di polveri fini e, di conseguenza, l'inquinamento atmosferico. Un condominio di 9 piani e 36 appartamenti, isolato con lana di vetro, in una stagione invernale permette un risparmio del 31% in termini di produzione di anidride carbonica, rispetto allo stesso condominio non isolato.
Le città italiane stanno affrontando, in questi giorni, l'emergenza smog, sia per i drammatici riflessi sulla salute dell'uomo, sia per quelli ancor più gravi legati alle alterazioni del clima dovuti al cosiddetto effetto serra. Biossido di azoto, anidride solforosa e idrocarburi policiclici aromatici (IPA) vengono combattuti con limitazioni verso i veicoli non catalitici, targhe alterne e fasce orarie, chiusura dei centri storici, blocchi preventivi del traffico fino al più temuto blocco totale della circolazione.
A Milano, una delle città più inquinate d'Europa, è stato deciso per alcune domeniche il blocco totale della circolazione. Anche a Torino, dove i livelli di Pm10 e di anidride solforosa sono notevolmente elevati, sono già state adottate alcune misure precauzionali.
Perché a Milano nei mesi estivi - cioè a impianti spenti - i valori del Pm10 vanno dai 20 ai 40 microgrammi al m³, mentre invece in novembre, dicembre e gennaio - e quindi a impianti accesi - raggiungono i 50/80 microgrammi al m³, superando la soglia di attenzione?
Perché, allora, durante le domeniche a piedi quando le persone, restando in casa, utilizzano maggiormente il riscaldamento il tasso di Pm 10 - le cosiddette micropolveri di dimensioni inferiori a 10 micron - aumenta anziché diminuire?
La risposta sta nel fatto che, oltre ai gas di scarico delle automobili, anche il riscaldamento degli edifici è in larga misura responsabile dell'emissione di polveri fini, come hanno recentemente sottolineato alcuni sindaci. E questo accade perché la maggior parte degli edifici in Italia non sono isolati o lo sono in modo insufficiente e pertanto richiedono elevate quantità di combustibile per far fronte alle notevoli dispersioni termiche durante il riscaldamento invernale.
Gli esperti, infatti, calcolano che il 75% dell'energia consumata per il riscaldamento domestico viene inutilmente sprecata e che in realtà solo il 25% potrebbe essere richiesto per mantenere un buon comfort, all'interno delle abitazioni.
"Se da un lato l'energia è fondamentale per il progresso umano" - dichiara il Prof. Gaetano Cecchetti Ordinario in Chimica dell'ambiente e dei beni culturali presso la Facoltà di Scienze Ambientali dell'Università degli Studi di Urbino - "dall'altro il suo utilizzo è causa di inquinamento locale e globale e il suo prezzo solo raramente tiene conto dei costi ambientali derivanti dal suo uso. Piogge acide, aumento delle inondazioni, accelerazione delle deforestazioni, alterazioni del clima su scala planetaria e aumento della temperatura media globale del pianeta, sono solo alcuni dei disastrosi effetti ambientali che derivano dall'uso inadeguato di grandi quantità di energia".
"Ridurre i consumi energetici e in particolare quelli imputabili al riscaldamento degli edifici" - continua il Prof. Cecchetti - "è un dovere nei confronti dell'ambiente. E la coibentazione degli edifici è indispensabile per garantire il livello di qualità della vita che gli standard attuali richiedono".
"Nel nostro paese" - conclude Cecchetti - "la diffusione di materiali coibentanti è piuttosto contenuta. Eppure è dimostrato che un buon isolamento termico permette una riduzione dei consumi energetici fino al 75%, con conseguente diminuzione di emissioni di CO2 e di polveri sottili". Tra i materiali coibentanti, una particolare menzione, per le sue prestazioni, merita la lana di vetro.
La lana di vetro è un isolante ecologico e naturale e, nonostante sia tra i più utilizzati nel mondo, è poco conosciuto e quindi scarsamente utilizzato nel nostro Paese. L'Italia, infatti, è al penultimo posto in Europa per l'utilizzo di lane minerali con una quota di mercato del 20% contro il 91% della Danimarca, l'82% della Norvegia e l'81% della Svezia (vedi Tabella a pag. 3). E anche lo spessore medio isolante venduto ci vede molto indietro in Europa: in Francia è cm 12 mentre l'Italia con cm 3,3 si trova al terz'ultimo posto seguita da Grecia e Turchia.
Questa situazione trova immediato riscontro sui consumi energetici degli edifici, che incidono di circa il 33% sui consumi totali e del 40-50% sulla produzione di CO2, principale responsabile dell'effetto serra. In Italia, infatti, il consumo medio annuo di un edificio per m³ è di 28 Kwh contro i 19 Kwh della Francia.
"Per dare l'idea del risparmio energetico fornito dalla lana di vetro" - dichiara Lionello Augelli, esperto di isolamento termico e acustico - "facciamo degli esempi concreti. Una villetta non isolata a Milano consuma, in una sola stagione invernale con il suo impianto di riscaldamento, 4000 litri di gasolio e produce 11 tonnellate di anidride carbonica. Invece, la stessa villetta adeguatamente isolata in lana di vetro consuma, nello stesso periodo, soli 1800 litri di gasolio e produce circa 5 tonnellate di anidride carbonica, e cioè meno della metà rispetto a quella non isolata".
"Nel caso invece" - conclude Augelli - "di un condominio di 9 piani e 36 appartamenti, il consumo annuo di gasolio si riduce, con l'isolamento, da 40.000 litri di gasolio a circa 23.000, il che significa una notevole riduzione dell'anidride carbonica, immessa nella super inquinata atmosfera milanese, da 110 a soltanto 64 tonnellate".
Ridurre i consumi energetici non è soltanto una necessità di tipo economico, dovuta al costante aumento dei costi di tutti i tipi di combustibili, ma soprattutto di un dovere nei confronti dell'ambiente in cui va ridotto con ogni mezzo l'inquinamento atmosferico e l'utilizzo di riserve che non sono inesauribili. Questo principio è stato pienamente condiviso negli accordi presi durante la conferenza internazionale di Kyoto del 1997.
Anche il nostro governo ne è consapevole dal momento che la legge 10/91 - che stabilisce le norme in materia di uso razionale dell'energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia - sottolinea che i materiali isolanti sono fonti di energia rinnovabili, assimilate al sole e al vento.
La lana di vetro, isolante naturale ed ecologico e prima scelta in fatto di isolamento in molti paesi del mondo, è prodotta per oltre il 60% da materiali di riciclo (bottiglie di vetro) e ha tra i suoi principali componenti la silice, ovvero la comunissima sabbia.